Apicoltura - agricola zazzali

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Apicoltura

Le api non sono animali addomesticabili. 
A differenza di quanto avviene per le vacche o per le galline, sono infatti pienamente in grado di provvedere a se stesse; inoltre non maturano alcun tipo di attaccamento nei confronti dell’apicoltore.
È solo con la nascita dell’apicoltura razionale, avvenuta nel XIX secolo, che si può parlare di una effettiva, ed efficace, conduzione delle famiglie di api da parte degli uomini .
Fino a un paio di secoli fa, infatti, il miele veniva ottenuto dagli uomini semplicemente ricorrendo al saccheggio di alveari selvatici o semi-selvatici.
Si può quindi dire che le api tollerino l’intervento umano, ma di sicuro preferiscono vedere il meno possibile l’apicoltore...
Questa loro indipendenza di fondo è tra gli aspetti più suggestivi della loro vita; ma certo non il solo.
 
L’unità base, in apicoltura, è l’alveare. Un alveare è formato dall’arnia – ovvero la casetta di legno colorato che costituisce la dimora – e dalla famiglia di api che vi abita
All’interno dell’arnia le api si distribuiscono su una serie di favi in cera, che gli stessi insetti provvedono a costruire. Le celle dei favi vengono riempite, secondo le disponibilità e necessità della stagione, con miele, polline e covata.
Sollevare il coperchio di un’arnia, in una giornata di sole, è un’esperienza fuori del comune.
Avvicinandosi ad essa – adeguatamente protetti! – si noteranno prima di tutto le api che volano intorno, apparentemente senza una direzione precisa, in realtà tutte con un determinato scopo. 
Si udirà, quindi, un lieve e costante ronzio, proveniente dall’interno dell’alveare.
Ma è togliendo il coperchio dell’arnia che si avvertirà tutta la magia di questo mondo. Mentre, quasi timidamente, le api si affacceranno ai bordi dell’alveare, si verrà colpiti dal profumo di cera e miele...
 
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